C’è una rivoluzione silenziosa in atto, settori come energia, trasporti e aeroporti stanno adottando piattaforme cloud per modernizzare sistemi vitali e sfruttare appieno i dati generati sul campo; soluzioni che permettono di unificare informazioni prima frammentate, aggregandole da migliaia di sensori e apparati industriali eterogenei. Il risultato è un balzo in avanti nella visibilità operativa e nell’automazione, con infrastrutture critiche che diventano più “smart” senza perdere di vista l’affidabilità.

Una trasformazione digitale che si trova a dover assicurare che i servizi essenziali restino sempre disponibili e sicuri; quando asset come la rete elettrica o i sistemi di controllo del traffico aereo migrano verso il cloud, l’affidabilità e la sicurezza non possono essere compromesse. Le aziende si trovano dunque a bilanciare innovazione e rischio, cogliendo i benefici del cloud senza perdere il controllo sulla resilienza dei propri servizi.

Energia: reti elettriche intelligenti spinte dal cloud

Nel settore dell’energia, il cloud sta abilitando le cosiddette smart grid (reti elettriche “intelligenti”), che utilizzano sensori e dispositivi IoT distribuiti sul territorio per monitorare in tempo reale la domanda e l’offerta di elettricità. I dati raccolti dai contatori intelligenti, dalle sottostazioni e dagli impianti di generazione vengono inviati a piattaforme cloud centralizzate per essere analizzati: ciò consente di prevedere picchi di consumo, ottimizzare l’integrazione di fonti rinnovabili intermittenti e individuare guasti o dispersioni con maggiore tempestività. Un vantaggio chiave del cloud è infatti la capacità di elaborare grandi moli di informazioni e applicare algoritmi di machine learning su scala – attività prima impensabili con i soli data center tradizionali.

Un caso concreto è offerto da Enel, principale utility elettrica italiana. Ogni anno Enel ispeziona la propria rete distribuendo sensori e raccogliendo oltre 40 milioni di immagini delle infrastrutture: un volume di dati impossibile da analizzare manualmente, ma oggi gestibile grazie ad avanzati algoritmi di visione artificiale eseguiti in cloud. L’azienda ha sviluppato una piattaforma interna di machine learning basata sul cloud (la sua “ML Factory” su AWS SageMaker) per addestrare decine di modelli AI, diventata lo standard interno per il monitoraggio automatizzato su larga scala degli asset in campo. Questo approccio data-driven migliora la resilienza del servizio elettrico, permettendo di individuare e correggere in modo proattivo le anomalie prima che evolvano in disservizi.

La trasformazione digitale della rete elettrica operata da Enel non risponde soltanto a esigenze di efficienza, ma contribuisce direttamente al rispetto degli standard NIS2: l'uso di piattaforme cloud per la manutenzione predittiva e il monitoraggio continuo degli asset garantisce infatti una risposta tempestiva agli incidenti, la continuità operativa e il rafforzamento della resilienza cyber-fisica della rete elettrica.

 

Le applicazioni cloud che stanno rivoluzionando le smart grid anticipano una tendenza più ampia: l’uso del cloud per rispondere direttamente agli elevati requisiti di resilienza e sicurezza imposti dalla normativa europea NIS2. Analoghe esigenze normative e tecnologiche si riscontrano anche in settori apparentemente lontani, ma ugualmente complessi dal punto di vista operativo. Tra questi spicca il settore aeroportuale, dove la capacità di raccogliere e interpretare dati in tempo reale diventa fondamentale per garantire efficienza e sicurezza.

Aeroporti: il cloud decolla nella gestione operativa

La gestione di un moderno aeroporto genera enormi quantità di dati: flussi di passeggeri, movimentazione bagagli, rotazione degli aeromobili, sicurezza e attività in pista devono essere coordinati in tempo reale. Molti scali stanno migrando le loro applicazioni mission-critical nel cloud per integrare questi processi e ottenere una visione unificata delle operazioni. Analizzando in cloud i dati sull’andamento dei voli e sui flussi passeggeri, ad esempio, è possibile ottimizzare l’allocazione di gate e personale, riducendo i tempi di attesa e migliorando l’esperienza dei viaggiatori. L’utilizzo di intelligenza artificiale su piattaforme cloud permette inoltre di prevedere colli di bottiglia (come possibili affollamenti ai controlli di sicurezza) e di intervenire in modo proattivo, distribuendo le risorse dove necessario prima che si creino disagi.

Un caso emblematico viene dal Manchester Airports Group (MAG), che gestisce gli aeroporti di Manchester, Stansted e East Midlands nel Regno Unito. MAG ha intrapreso una trasformazione digitale basata sul cloud in partnership con AWS, integrando sistemi prima separati e abbattendo i silos informativi - sistemi di storage e di gestione dei dati separati tra loro che risultano inaccessibili ad altre aree dell'azienda -  tra le diverse aree operative. Implementando un data lake centralizzato - un metodo flessibile e scalabile per archiviare e gestire grandi volumi di dati provenienti da diverse fonti, i data lake consentono alle organizzazioni di eseguire analisi avanzate e ottenere informazioni più approfondite sui propri dati -, il gruppo aeroportuale può ora correlare dati prima dispersi – dal traffico passeggeri alla manutenzione degli asset – ottenendo una visione d’insieme che abilita decisioni più rapide e informate. Questo approccio data-driven è risultato cruciale per sostenere la crescita del traffico da 53 a 60 milioni di passeggeri annui prevista da MAG, mantenendo elevati standard di efficienza e qualità del servizio.

L’approccio cloud di MAG, con il suo data lake centralizzato, soddisfa pienamente i requisiti NIS2, garantendo la disponibilità continua dei dati critici, una migliore gestione del rischio informatico e la capacità di prevenire e reagire rapidamente a situazioni di crisi, assicurando la continuità operativa anche in scenari complessi.

 

Le trasformazioni digitali abilitate dal cloud nei grandi hub aeroportuali trovano un naturale proseguimento anche nelle infrastrutture di trasporto su vasta scala. In entrambi i contesti, la convergenza di sistemi eterogenei verso piattaforme centralizzate e la valorizzazione dei dati raccolti in tempo reale rappresentano elementi chiave per migliorare il coordinamento operativo e l’efficienza dei servizi. Allo stesso modo, il settore dei trasporti sta adottando architetture cloud integrate, spesso in combinazione con l’edge computing, per rispondere alle crescenti esigenze di interoperabilità, resilienza e rapidità di analisi anche in ambienti distribuiti e mission-critical come le reti ferroviarie.

 

Trasporti: sistemi intelligenti tra cloud ed edge computing

Anche nel settore dei trasporti, il cloud sta favorendo la creazione di sistemi di gestione centralizzati e “intelligenti” su scala nazionale e internazionale. Pensiamo alle ferrovie, dove storicamente ogni linea o regione disponeva di piattaforme separate per il controllo dei treni, la segnalazione e la gestione della rete. Oggi, grazie al cloud, è possibile unificare queste funzioni in centri operativi centrali, facendo confluire i dati di tutta la rete ferroviaria per analisi globali e aprendo così opportunità di ottimizzare i flussi, prevedere guasti e migliorare la sicurezza. Un elemento chiave è l’integrazione del cloud con l’edge computing – l’elaborazione dei dati in periferia della rete, vicino alle sorgenti (ad esempio sensori sui binari o dispositivi a bordo dei convogli) – che assicura risposte in tempo reale anche quando la latenza o la connettività verso il cloud centrale rappresentano un limite. In questo modo le funzioni critiche (come i sistemi di segnalazione) restano attive localmente, garantendo continuità operativa anche in caso di temporaneo isolamento dal cloud.

Un esempio all’avanguardia viene dal settore ferroviario sudafricano: nel 2024 la Passenger Rail Agency of South Africa (PRASA) ha adottato una piattaforma cloud di nuova generazione per unificare applicazioni e dati operativi a livello nazionale. Questa soluzione, sviluppata da Huawei, ha eliminato attività isolate tra dipartimenti e regioni, fornendo un ambiente centralizzato per il controllo e la manutenzione (O&M) dell’intera rete ferroviaria. Grazie a un unico stack cloud, PRASA può distribuire nuove applicazioni in pochi giorni anziché mesi, con un notevole guadagno in efficienza e flessibilità. L’architettura è distribuita su tre livelli – cloud centrale di gruppo, nodi di cloud regionali e nodi edge locali nei depositi – ed è progettata per garantire continuità di servizio anche in caso di guasti: i componenti critici sono replicati in più zone geografiche e i sistemi locali possono operare autonomamente se isolati dalla rete principale. In pratica si è passati da una costellazione di sistemi eterogenei a un’unica “nuvola ferroviaria” altamente resiliente, che consente di aumentare la capacità della rete senza comprometterne sicurezza o disponibilità.

L’infrastruttura cloud distribuita adottata da PRASA è pienamente coerente con gli obblighi di resilienza definiti dalla NIS2: la sua architettura multi-livello e geograficamente ridondata permette di affrontare efficacemente guasti e incidenti, assicurando la continuità del servizio ferroviario e una robusta protezione dei dati e dei sistemi.

 

L’evoluzione tecnologica guidata dall’adozione di architetture cloud e dall’integrazione di sistemi distribuiti, ha reso possibile un nuovo livello di efficienza e automazione per le infrastrutture critiche. Le soluzioni cloud-native adottate nei contesti analizzati rispondono direttamente alle principali prescrizioni introdotte dalla direttiva NIS2, che impone standard elevati in termini di disponibilità, resilienza e sicurezza dei servizi essenziali. L’interoperabilità dei sistemi, la gestione proattiva degli incidenti, la capacità di assicurare la continuità operativa e di implementare efficaci strategie di disaster recovery rappresentano requisiti imprescindibili per la conformità. Di conseguenza, le scelte architetturali illustrate – dall’adozione di data lake centralizzati alle piattaforme cloud distribuite e resilienti per le reti ferroviarie – non sono più soltanto opzioni di efficientamento, ma vere e proprie best practice richieste dal quadro normativo europeo.

A questo proposito, il tema della continuità operativa assume un ruolo centrale nell’ambito della compliance NIS2 e diventa il fulcro delle strategie di investimento e governance delle infrastrutture critiche.

Continuità operativa e conformità NIS2

La continuità operativa – ossia la capacità di mantenere i servizi essenziali anche durante guasti o incidenti – è un requisito non negoziabile per le infrastrutture critiche. In ambiente cloud, la sfida è architettare sistemi resilienti a qualsiasi malfunzionamento: ciò significa distribuire i carichi su più data center e regioni geografiche, mantenere backup sempre aggiornati e adottare architetture tolleranti ai guasti (ad esempio configurazioni active-active, in cui istanze ridondanti di un servizio operano in parallelo). I grandi provider cloud offrono elevati livelli di disponibilità garantiti da SLA (Service Level Agreement) spesso superiori al 99,99%, ma questo da solo non elimina ogni rischio di interruzione. Per questo, molte aziende di energia, trasporti e utility adottano strategie multi-cloud (molteplici fornitori) e cloud ibrido, combinando infrastrutture pubbliche con sistemi on-premise tradizionali: in tal modo evitano la dipendenza da un singolo provider e mantengono maggiore controllo sui sistemi critici.

Con una progettazione adeguata, oggi si possono raggiungere obiettivi di resilienza un tempo impensabili: alcune piattaforme ferroviarie cloud-native, ad esempio, hanno ottenuto un Recovery Time Objective (RTO) - un parametro utile a determinare il tempo massimo che deve trascorrere tra un avvenimento negativo e il ripristino delle operatività - inferiore a 60 secondi e un Recovery Point Objective (RPO) - un parametro utile a determinare la tolleranza di un sistema informatico a possibili guasti o eventi dannosi - pari a zero perdita di dati per i servizi chiave.

A livello normativo, NIS2 enfatizza proprio l’importanza della continuità operativa: la direttiva include i piani di business continuity tra le misure di sicurezza obbligatorie per gli operatori essenziali. Ciò impone alle organizzazioni critiche di predisporre strategie e procedure per far fronte a eventi avversi, testando regolarmente le soluzioni di disaster recovery e garantendo tempi di ripristino rapidi dopo eventuali incidenti. La conformità a NIS2 diventa dunque un ulteriore motore di investimenti in architetture cloud resilienti e in processi di risposta agli incidenti maturi. In sostanza, l’adeguamento alla NIS2 non rappresenta più soltanto un obbligo normativo, ma un’opportunità strategica per rafforzare la resilienza complessiva delle infrastrutture critiche, garantendo innovazione tecnologica senza compromessi sulla sicurezza operativa.